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International Monetary Fund). Ente dell'ONU nato il 27 settembre 1945 in
seguito agli accordi monetari di Bretton-Woods del luglio 1944, con i quali 44
Stati aderirono ai nuovi cardini del sistema valutario internazionale. Il fondo
cominciò a funzionare nel marzo 1947. Nel 1990 ne fanno parte 152 Paesi
membri. Il consiglio del fondo si riunisce una volta all'anno in assemblea
generale. Le decisioni di principio che vengono prese dall'assemblea sono messe
in pratica giorno per giorno dal consiglio di amministrazione del fondo composto
da 20 membri, che si riuniscono ogni settimana. Fino a quando il sistema
monetario internazionale non è stato scosso da ripetute crisi, il compito
del fondo è stato essenzialmente quello di far rispettare gli accordi di
Bretton-Woods: nessuna svalutazione selvaggia e unilaterale, unicità e
rigidità dei tassi di cambio, convertibilità delle varie monete
fra loro e del dollaro in oro, libertà di trasferimento e di altri
movimenti di capitali. La progressiva fluttuazione di quasi tutte le monete ha
praticamente reso impossibile l'applicazione di questi principî. Il fondo
ha anche il compito di aiutare i Paesi in difficoltà. Le sue risorse sono
però limitate ai contributi ai Paesi membri, le cosiddette quote. Il
fondo non è una banca e quindi non può contrarre prestiti sul
mercato finanziario. Per assistere i Paesi poveri, dopo gli accordi di
Bretton-Woods, è stata poi creata la Banca internazionale per la
ricostruzione e lo sviluppo, chiamata comunemente Banca mondiale. Dal 1970 il
fondo ha anche il compito di gestire la contabilità dei cosiddetti
Diritti speciali di prelievo, che per il 70% rappresentano una sorta di
carta-moneta internazionale, creata per facilitare lo sviluppo dell'economia
internazionale, e per il rimanente 30% una forma di credito ordinario. I Diritti
speciali di prelievo sono destinati ad avere un'importanza crescente nelle
riserve valutarie delle varie banche centrali, perché secondo i vari
progetti sostituiranno l'oro come base del sistema monetario internazionale. Dal
1990 il fondo si è anche occupato di favorire nei Paesi dell'Est europeo
il passaggio da un'economia pianificata a un'economia di mercato. In particolare
nel 1991 esso accordava all'ex Jugoslavia circa quattro miliardi di dollari al
fine di risolvere il problema dei nazionalismi interni e nel 1992 metteva al
vaglio le richieste del presidente americano George Bush perché si
realizzassero aiuti e sovvenzionamenti alla neonata CSI
(V.). Sempre nel 1992 la Svizzera entrava ufficialmente a far parte del fondo.